Profilo storico
La storia, la cultura, la lingua, lo stesso nome della Romania -più antiche le forme Romènia. Rumènia, Rumanìa, oggi non più usate - sono in rapporto con l'impresa dell'imperatore romano Traiano: sollecitato dalla esigenza, per motivi strategici, di controllare la parte meridionale del bacino danubiano, in due campagne militari ( 101-102 e 105-107 d.C.) sconfisse e conquistò il regno dei Daci, allora retto da Decebalo che, vinto, si tolse la vita.
La vittoriosa campagna dacica di Traiano fu "narrata" e celebrata nella colonna eretta a Roma nel Foro (Colonna Traiana) circa il 110 .
Nel I secolo a.C. i Daci avevano unificato sotto il loro dominio le odierne regioni della Transilvania, della Valacchia e della Moldavia (o Moldova), che costituiranno in seguito il nucleo centrale della Romania. Dopo la guerra dacica, tra il II e il III secolo d.C. , nelle terre conquistate, in particolare nella parte centrale poi detta Transilvania, si insediarono nuclei assai consistenti di legionari romani con le loro famiglie, determinando una vera e propria colonizzazione della regione. Quando nel 271 l'imperatore Aureliano decise di abbandonare il controllo militare della Dacia per l'insostenibile pressione dei Goti, la maggior parte dei coloni romani rimase nel territorio.
La prima massiccia invasione (fine secolo III) fu quella dei Goti, cui seguirono le penetrazioni degli Unni, degli Avari, dei Bulgari, dei Tartari; nel secolo XI gli Ungari si insediarono in Transilvania, nel secolo XII si ebbero nella stessa regione infiltrazioni di coloni tedeschi.
Nel secolo XIV si costituirono i voivodati (province rette da un voivoda, ossia governatore) di Valacchia (1330) e di Moldavia (circa 1357); ma alla fine del secolo, nel 1396, la Valacchia cade sotto il dominio dei Turchi e nel 1489 anche la Moldavia subisce la stessa sorte. Inizia allora un lungo periodo di opposizione - anche per il radicarsi di una profonda fede cristiana prevalentemente ortodossa - alla dominazione ottomana, caratterizzato da insurrezioni solo temporaneamente vittoriose; la più importante fu quella di Michele il Valoroso - o il Bravo - (1593-1601), voivoda della Valacchia, che per un breve periodo riuscì ad unificare Transilvania, Valacchia e Moldavia; ma ben presto Valacchia e Moldavia tornarono ad essere province dell'Impero ottomano.

Tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento l'indebolirsi dell'Impero turco favorì i piani espansionistici di Austria e Russia nei territori settentrionali (Oltenia e Transilvania) e ad est (Bessarabia); ma per il momento Moldavia e Valacchia rimasero sotto il dominio turco. Nel 1638 la Transilvania a seguito della sconfitta dei Turchi presso Vienna passò sotto il controllo dell'Austria.

Tra il Settecento e la prima metà dell'Ottocento le regioni dell'antica Dacia furono coinvolte in pretese territoriali, aspirazioni di conquista e sfruttamento, interessi strategici da parte delle grandi potenze confinanti: Austria, Russia, Impero turco. In questo periodo, anche per i rinnovati contatti con l'Occidente, in particolare per la suggestione delle esperienze rivoluzionarie francesi e degli aneliti di indipendenza greci ed italiani, si affermarono in Valacchia ed in Moldavia vivaci fermenti nazionalisti.
Processo di unificazione |